giovedì 9 gennaio 2025

La storia e la filastrocca del pozzo di Grupignano ( Cividale del Friuli UD) Tris Nonno Antonio Iuan con il suo coraggio e amore per un paese

 

     La  storia del  pozzo

 di Grupignano




Questa è  la storia reale, resa filastrocca, di una impresa difficile che diede, ad una piccola comunità, alla fine dell'ottocento un bene prezioso: l'acqua attraverso il suo pozzo.

Il  pozzo  di Grupignano ha la profondità di 67 metri.

Il comune di Cividale  affidò il suo progetto nel 1887 dall'ingegnere Giovanni Manzini, proprio  al centro del paese, costruito in diverse fasi di lavoro ( 15 metri, 24 metri, 57 metri, 67 metri) sino a raggiungere la falda dell'acqua. 

La storia di quel pozzo, un po' mi appartiene

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video della discesa al pozzo a cura dell'Associazione Amis di Grupignan

Chi lo scavò era un mio trisavolo “nonno Antonio Iuan detto il Gallius” un uomo forte, tenace, bravo costruttore che realizzò quell'opera con passione.

Per me, lui e altre figure famigliari, antenati significativi, erano  le fiabe, tante volte raccontate con entusiasmo e partecipazione: bambina, accoccolata ai piedi di mia bisnonna Norina, le sentivo narrare colorate dal coraggio che le aveva attraversate.

                                   Bis Nonna Norina figlia di Iuan Antonio

Mi parlava anche della tristezza di nonno Antonio, suo padre. Lei era il suo contrario: allegra e vivace portava il sole ovunque con il suo canto. Più tardi, dalla nonna Elvira, sua figlia, mi furono raccontati i motivi della sua tristezza: Lui  aveva nel cuore una  figlioletta Ada, scomparsa prematuramente in modo tragico. All'età di otto anni, durante una lezione di scuola in cui le temperature erano rigidissime per l'inverno, il suo vestitino prese fuoco mentre cercava di proteggersi dal freddo vicino alla stufa di carbone.  Lei scappò all'esterno, ma il vento che si era alzato nel frattempo, ebbe la meglio e nessuno riuscì a salvarla.

Quell'impresa che pareva impossibile, ovvero scavare un pozzo profondo, i rischi conseguenti, agli occhi del nonno forse perse di valore perché la tristezza di quella  perdita lo accompagnò per tutta la vita.

Fare qualcosa per gli altri di utile e di prezioso credo gli ridonò un senso e un significato nuovi ridonandogli speranza nella vita.

Scendendo nelle profondità dello scavo, a testa all'ingiù, legato in vita con una corda, con l'ausilio di uno scalpello per trattare gli strati spessi  di roccia dura prima sino a 24 metri e a seguire sino a 57 metri, penso lui si sentisse ogni giorno un po' vicino a quella bambina che amava.



Antonio Iuan detto Gallius

Ai primi di luglio del 1890 il pozzo entrerà in funzione, e a seguire, poiché nuovamente asciutto, venne poi approfondito di altri  metri ancora, in fasi successive, per permettere all'acqua di sgorgare in modo regolare. Intorno al pozzo venne costruito un parapetto, completato con un anello esterno, a cui venne appoggiata la carrucola per far scendere il secchio.

Nel 1922 venne chiuso con il cemento perché non più di utilizzo e  fu costruita, vicino, una scuola elementare e a seguire d'infanzia

Una volta messi in disuso, anche i locali della scuola, negli anni successivi calò il sipario sul pozzo, sino a che  L'associazione Amis di Grupignan  nel 2006 lo  riaprì e  lo ristrutturò dandogli i sembianti con cui oggi appare.

Il pozzo di Grupignano è il più profondo dei 15  pozzi esistenti e censiti  a Cividale

Ai miei antenati; a nonno Antonio; alla piccola Ada e  a tutti i bambini fonte di ispirazione; a zio Italo Nadalutti uomo di grande  saggezza;  a Claudio Mattaloni storico e caro amico d'infanzia con cui  condivido l'amore per il passato che ha ricostruito la storia di questa impresa nel suo libro "la storia liquida. L'acqua nei secoli a Cividale del Friuli" nel 2010;  all' Associazione Amis di Grupignan nella cui sede si trova il pozzo e che gli ha ridonato l'attuale bellezza

dedico questo racconto tra realtà e fantasia, con gratitudine.


Una vecchia foto di fine '800 della fam.Iuan: si vedono nonno Antonio e sua moglie Caterina e, a lato in piedi, la piccola Ada . In braccio alla mamma , Eleonora  (detta Nora Tura) e Luigi



                                 

Io e zio Italo Nadalutti (cultore dei racconti degli antenati che ha pazientemente raccolto ) all'inaugurazione del pozzo con commozione abbiamo ascoltato la storia del nostro antenato e del pozzo. 


La Filastrocca del pozzo ritrovato, tra fantasia e realtà...

(pubblicata sul Nuovo Cividale in occasione dell'inaugurazione del pozzo di Grupignano nel giugno del 2008 e illustrata da mia figlia quando aveva 8 anni)

 

 Era un anno di carestia

e il caldo vento spazzava via

nuvole di fumo dalla strada polverosa in una stagione veramente afosa.

Le vecchine andavan con i secchi pesanti di rame

e i contadini spalavan letame,

odori pesanti nella calura

tutti con difficoltà ad affrontar l'arsura.

Antonio Juan con il cappello a  larga tesa

pensava con ardore  di gettarsi nell'impresa

di scavare un pozzo profondo nel terreno

per dare al paese un futuro sereno

in cui l'acqua non venisse a scarseggiare

e per questo tutti si davano un bel daffare.

Lui chiese aiuto alla Provvidenza

perché gli segnalasse dell'acqua la presenza.

Venne in suo aiuto un topo piccino

che di nome faceva “Pudumer Tino”.

 


Il faccino paffuto e ben colorato,

un simpatico tipo un po' sbadato

che per ottenere un po' di formaggio stagionato

diede all'uomo un parere disinteressato

indicandogli la giusta posizione

dove, dell'acqua, avrebbe trovato il filone.

L'uomo alto e ben piantato

non si sarebbe scoraggiato

e ogni giorno scendendo nel pozzo laggiù

avrebbe scavato con forze di gioventù.

Un martello e un piccone,

una corda e una grande decisione

avrebbero fatto la magia

di creare nella terra una galleria:

un foro ben regolare

dei mattoni a  circolare

lo avrebbero portato quasi al centro,

nel cuore della terra ...giù sino a dentro,

dove zampilla l'acqua cristallina

per portarla con i secchi di rame sino in cima.


Il topino si mise d' impegno

a sostenere l'amico Antonio e il suo disegno:

chiamò così a rapporto tutte le talpe del vicinato

e dopo aver un comizio annunciato

promise a tutte radici in quantità

se il buco si fosse fatto in comunità.

Ci fu in quegli anni un gran lavoro,

fatto con  amore e grande decoro.

Persino un angelo su nel cielo,

diede il suo contributo con molto zelo,

accendendo la luna forte di lassù

perché di notte si vedesse molto di più.

Antonio diede un  nome a quel celeste amico

che una bambina le parve sin dal principio

che gli ricordava Ada, la figlioletta

tanto amata e prediletta.

Quanto amore dietro a questa impresa,

l'amicizia, i legami l'avrebbero  sicuramente resa

possibile in tutta la sua grandiosità

e dato al paese tanta felicità.

L'acqua fu trovata fresca in profondità

e portata alla luce in grande quantità!

Da  quel giorno, le donne e gli uomini assiepati ogni mattina

si ponevano vicini in religiosa fila

rispettando il proprio turno con rispetto

dondolando i secchi vicino al pozzetto.

I contenitori di rame venivano calati con una corda

sino a sentir infondo il tonfo nell'acqua sorda.

Quanta freschezza in quell'acqua cristallina

da gettarsi sulla faccia ogni mattina!!

Antonio e il topino divennero i custodi di quel filone di vita

dopo non essersi risparmiati in  alcuna fatica.

Poi il tempo cancellò il pozzo per l'arrivo delle comodità,

i tubi dell'acqua arrivavano veloci dalla campagna alla città.

Il silenzio sul pozzo calò

ma il ricordo non scemò

e alla fine  ritornò...

solo quando il piccolo topino  Tino Pudumer desideroso

incontrò Claudio ,uno studioso dal cuore curioso: 

lui è uno storico  per  amore e  per passione

che alla ricerca delle radici  si dà con grande dedizione.

I due si capirono al volo,

e una simpatia nacque in un attimo solo.

Un giorno negli archivi polverosi, tra i libri antichi

gli consegnò dei fogli ingialliti

dei vecchi  progetti

in cambio di formaggio a pezzetti...

e la storia  di Antonio Iuan finalmente venne tolta

dal tempo che l'aveva  poi sepolta.

Ancora una volta accadde la magia

che l'amicizia  di un topino e di uno storico con curiosità

si sia spinta  nella storia

 in” profondità”

...in profondità.

...in profondità

Come  aveva fatto anni prima il coraggioso Juan Antonio,

Claudio consegnò alla comunità nuovamente un patrimonio!

Ora  quel pozzo dell'acqua costruito con grande passione

è  stato dopo anni ricostruito  da una Associazione

che ama e rispetta le proprie radici

e ricorda momenti lontani e felici,

dimostrando con affetto e cuore sincero

per la propria terra , il proprio paese , amore vero!

Grazie diciam tutti

Grazie a questi paesani ,a Grupignano e a questi suoi frutti!


Credo che ogni famiglia abbia delle storie famigliari da raccontare ai propri figli di forza e di coraggio, tenerezza e tristezza, tenacia e fragilità.

La forza emotiva di queste testimonianze orali  si trasmettono dagli anziani ai più giovani  con tante modifiche e aggiunta di particolari ma con essi scorre la linfa della ricchezza emotiva del ricordo e di connessioni tra generazioni che è bene non vengano perse.

Queste storie di radici, ritengo siano una preziosa fonte, "un pozzo", appunto, da cui attecchire  conoscenze, informazioni e saggezza di vita


Rosa Rita Formica

Cividale, 10 gennaio 2025 

 


      

                                                    





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